IL CATASTO DELLE CAVITA' ARTIFICIALI DELLA PUGLIA
 

 

Introduzione

La Puglia è una regione ricchissima di cavità artificiali, probabilmente una delle più ricche d’Italia; è sufficiente considerare infatti il gran numero di insediamenti rupestri presenti nelle gravine, profonde incisioni vallive della regione, le quali contano a volte alcune centinaia di cavità di varie tipologie e dimensioni scavate lungo i fianchi, ed alcuni centri abitati quali Canosa di Puglia, Andria, Gravina di Puglia, Massafra, Mottola, interessati dalla presenza di numerosi e grandi vuoti ipogei di varia natura, che rendono l’abitato soggetto al rischio di pericolosi e repentini crolli.
Negli ultimi decenni, l’interesse per le cavità artificiali è notevolmente cresciuto in seno ai vari gruppi speleologici della regione. Il rinvenimento di numerose cavità artificiali di diversa tipologia, ha creato tra gli speleologi pugliesi l’esigenza di organizzare un Catasto delle Cavità Artificiali, sull’esempio del Catasto delle cavità naturali pugliesi, in modo da poter registrare le posizioni e le caratteristiche volumetriche, architettoniche e storiche di ogni cavità e di conservarne memoria, dato che molte di esse sono in genere poco note e sono soggetto ad essere rapidamente distrutte dalla dilagante pressione antropica.
Le indagini che lo speleologo svolge in cavità artificiali sono indirizzate all'individuazione geografica e tipologica dell'ipogeo, all'analisi delle tecniche progettuali e degli utensili impiegati, alla comprensione degli scopi primari e secondari che hanno motivato la realizzazione di tali opere, alla comparazione fra lo stato attuale del territorio e quello antecedente le modificazioni.
Il Catasto delle Cavità Artificiali Pugliesi nasce nel 1990 e riporta oltre all’ubicazione, la descrizione e la topografia della cavità, preziose informazioni scientifiche a carattere geologico, biologico, storico-architettonico, ecologico e bibliografico. Lo stesso fa parte del Catasto Nazionale delle Cavità Artificiali gestito dalla Società Speleologica Italiana. Allo stato attuale, il Catasto riporta ben 718 cavità disseminate dal Gargano al Salento; tra queste prevalgono certamente le cavità rupestri, ma sono inseriti anche acquedotti, miniere, cave di estrazione di materiali da costruzione, ipogei sepolcrali, cisterne, pozzi, gallerie di bonifica, frantoi sotterranei, ecc…
Questo numero rappresenta certamente una piccola parte del gran numero di cavità presenti nella regione, stimato in alcune migliaia.
Le procedure di accatastamento sono grosso modo le stesse adottate per le cavità naturali con ovvie correzioni necessarie che tengono conto delle tipologie delle cavità studiate.
Ogni cavità è contrassegnata da un numero catastale assegnato dal Curatore Regionale, dopo controllo della scheda. I dati essenziali per l’accatastamento sono:
• Provincia – Comune – Località – Cartografia – Quota – Coordinate
• Nome della cavità – Vincolo d’accesso
• Itinerario d’accesso – Descrizione interno
• Se è esplorata totalmente o in parte – Rilievo – Tipologia
• Dimensioni: sviluppo e dislivello
• Utilizzo attuale – nel passato – stato di conservazione e staticità – Altri ingressi
• Periodi storici di realizzazione
• Caratteristiche idriche – Percorribilità – Pericoli
• Nome del compilatore – data di compilazione Eventuale revisione
• Bibliografia
• Fotocopia della tavoletta I.G.M.
• Rilievo topografico

a cura di Vincenzo Manghisi

 
 
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